Come ti vendo il disco 1947: i dischi volano nella pubblicità

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Nel corso dell’ultima settimana del giugno 1947, grazie ad una serie di particolari combinazioni che si vennero a creare negli Stati Uniti d’America, nacquero e si svilupparono prodigiosamente le storie sulle osservazioni di “dischi volanti”. La loro immagine e l’evocazione emozionale che producevano entrarono nell’immaginario collettivo e nella cultura popolare dell’epoca con una velocità incredibile. Tali elementi erano talmente forti, e penetrati nell’immaginario collettivo, da essere subito considerati come un nuovo ed adatto argomento per veicolare messaggi pubblicitari in ambito locale, soprattutto attraverso la stampa.

Gli inserti pubblicitari, che variavano dal semplice annuncio economico all’intera pagina (ma solo occasionalmente), potevano essere suddivisi in alcuni macro-gruppi:

  • annunci economici per la vendita di case o auto
  • promozione di ristoranti o cibo
  • promozione di abbigliamento
  • promozione di altri prodotti od eventi, inclusi semplici accenni ai dischi all’interno di pubblicità “normali”
  • annunci di testo (titoli limitati, niente immagini o disegni, essenzialmente semplici testi pubblicitari)

Va inoltre considerato un “fenomeno” particolarmente significativo dal punto di vista quantitativo: il lancio da aerei pubblicitari di volantini o di veri e propri piatti di carta. In entrambi i casi furono generati numerosi “avvistamenti” di dischi, peraltro facilmente identificabili e spesso spiegati come tali già all’epoca, ma i piatti di carta veicolavano talvolta messaggi pubblicitari direttamente legati all’idea del disco volante.

La grande maggioranza delle pubblicità cartacee comparve su quotidiani locali per inserzioni di attività altrettanto locali. Sebbene alcune di esse furono ripetute per due o più giorni, lo sfruttamento pubblicitario “intensivo” del tema dei dischi durò poco meno di dieci giorni, poi gli annunci diventarono episodici e per lo più finalizzati a cogliere l’enorme clamore che l’argomento aveva riscosso tra la popolazione, collocandosi sulla sua scia ed esaurendosi con il suo scemare. Da un punto di vista quantitativo tutte quelle pubblicità rappresentarono solo una minuscola frazione dell’intero insieme di inserzioni pubblicato dai quotidiani americani in quel periodo.

Prima di Arnold

Nei mesi precedenti l’osservazione di Arnold del 24 giugno comparvero sui quotidiani americani alcune pubblicità basate sull’immagine popolare del marziano, che sembrano avere una qualche attinenza con i messaggi pubblicitari che si materializzarono durante l’estate per sfruttare il considerevole impatto del fenomeno dei dischi volanti. E’ opportuno notare che è disponibile un numero limitato di inserzioni, anche e soprattutto perché le ricerche fin qui condotte hanno avuto come focus termini come “dischi” o “marziani” e solo grazie ad alcune parole chiave alternative a quest’ultimo termine ci si è imbattuti in esse.

Figura 1 – The Times 25 gennaio 1947

Il 25 gennaio un quotidiano locale americano pubblicò l’annuncio di una conferenza (integrata da un filmato a colori di sette minuti e mezzo) intitolata “Segni da un altro mondo”, tenuta da un esponente della locale chiesa avventista del settimo giorno. Sembra che argomenti come l’energia atomica, l’invio di segnali radar verso la Luna (un esperimento che era stato appena effettuato dall’esercito americano e che venne popolarmente recepito come un altro stupefacente traguardo tecnologico), fenomeni astronomici e sciami meteorici avessero un significato (i “segni da un altro mondo” del titolo).

Figura 3 – Trenton Evening Times 9 maggio 1947

Figura 2 – Dallas Morning News 8 febbraio 1947

La figura retorica del marziano, visto come essere straordinario dotato di conoscenze superiori (un concetto tuttora presente nell’attuale cultura popolare moderna), era ancora piuttosto frequente in quel periodo, come lo era stata nei decenni precedenti. La pubblicità ne fece frequente uso. A febbraio, per esempio, un quotidiano texano la scelse per pubblicizzare una vendita immobiliare: “Perfino il marziano può rendersi conto di questo affare”. Un altro abitante di Marte, raffigurato in modo bizzarro, ma con il solito aspetto macrocefalo, fu usato per promuovere un germicida per la preservazione di pellicce e capi in lana. L’ampio annuncio, un quarto di pagina, fu pubblicato alcune volte nel corso del mese di maggio, per esempio sul Trenton Evening Times.

I dischi per vendere

Al momento sembra che la prima pubblicità incorporante i dischi volanti nel proprio messaggio sia apparsa il 7 luglio, lo stesso giorno in cui fu pubblicato da parte della stampa americana il maggior numero di articoli sul nuovo fenomeno. Un’agenzia di assicurazioni, o chi per essa, aveva percepito, probabilmente qualche giorno prima, che quelle strane cose nel cielo di cui tutti parlavano potevano essere un buon mezzo per attirare l’attenzione sul proprio business. Il giorno successivo vi fu una sorta di esplosione nella quantità di pubblicità che usavano il termine “flying saucers” o “flying discs”. Il culmine fu raggiunto tra il 10 e l’11 di luglio (quando le notizie degli avvistamenti ed i commenti sull’intera vicenda stavano già scemando), ma le inserzioni si mantennero abbastanza numerose fino a metà luglio. Come prevedibile, vi fu una dissonanza temporale di qualche giorno tra l’apice della copertura giornalistica sugli avvistamenti e lo sfruttamento intensivo della loro evocazione attraverso i messaggi pubblicitari. Chi investiva in pubblicità si decise a usare i dischi come componente della propria promozione dopo essersi accorto dello stupefacente spazio che avevano guadagnato sui quotidiani americani e, quindi, nella testa di decine di milioni di lettori. Anche la radio in quel periodo dedicò notizie ed alcuni “speciali” all’argomento, ma non è possibile sapere se vi fu furono anche messaggi pubblicitari radiofonici che si rifacevano all’argomento.

Figura 6 – Lewiston Morning Tribune 9 luglio 1947

Figura 7 – The Victoria Advocate 8 luglio 1947

Figura 4 – Wilmington News Journal 7 luglio 1947

Un quotidiano californiano l’8 luglio pubblicò una bella pubblicità illustrata in cui veniva reclamizzata una attività locale di vendita di automobili. In essa era rappresentato un disco (peraltro molto simile ad una ricostruzione artistica dei dischi apparsa pochi giorni prima sulla stampa) dotato di quello che sembrava essere una sorta di motore a reazione posteriore. Anche il bizzarro pilota era del tutto umano, seduto davanti ad un volante e con una tazzina di caffè sopra la testa (una chiara nota umoristica associata alla presenza del disco, cioè del “piattino”). Voleva scambiare il proprio disco volante con un modello d’auto del 1946 o 1947 ed altri dietro di lui stavano arrivando. Nel testo sottostante si leggeva la continuazione delle chiacchere del pilota, che ad un certo punto si riferiva agli abitanti del suo pianeta come “cretini Saturniani”.

Figura 5 – Long Beach Independent 8 luglio 1947

F:\CIELO-INSOLITO-2\1947-07-09-pubblicita-disco-music.jpg La pubblicità di un quotidiano texano dell’8 luglio era particolarmente spiritosa: invitava ad osservare i dischi volanti dal cortile di casa propria, comodamente seduti su poltrone e sedie da giardino in promozione.

Il 9 luglio sempre più giornali pubblicarono pubblicità sull’argomento. In una si annunciava che i dischi potevano essere missili provenienti da Marte, ma di certo c’erano solo gli pneumatici venduti da un’attività locale. In un’altra si usava la comunanza semantica tra i dischi che volavano nel cielo (indicati, meno di frequente, come “discs” o “disks”) e quelli che giravano nei grammofoni per promozionare il disco musicale di due cantanti (fonte di stampa sconosciuta). Ben cento dollari dell’epoca furono promessi nell’inserzione pubblicitaria di un venditore di macchine fotografiche a chi, ovviamente, avesse presentato la “migliore” fotografia di un disco volante.

Tra il 10 ed il 16 di luglio il numero delle pubblicità aumentò ancora ed alcune di esse furono di particolare interesse e dimostrarono una certa creatività nell’usare al meglio l’evocazione di questo nuovo ed effervescente fenomeno di massa.

Con il passare dei giorni, però, i titoli diventarono inesorabilmente più piccoli, o addirittura ebbero la tendenza a sparire con il passare delle settimane. I dischi erano penetrati nell’immaginario popolare e vi si erano sedimentati con forza, ma dovevano essere applicate le regole del mercato. Il furore per l’argomento era scemato, la gente ne parlava con minore frequenza e quindi i dischi vendevano meno perché rappresentavano un argomento meno efficace per catturare l’attenzione e veicolare il messaggio pubblicitario, seppure semplice e localizzato.

La quantità complessiva delle pubblicità fin qui trovate nell’ambito della raccolta degli articoli comparsi sulla stampa statunitense (ed internazionale) nel 1947 è ridotta, ma significativa, e viene contata nell’ordine di poche centinaia di pezzi. E’ però necessario considerare che al momento è stata controllata una percentuale non definibile[1] dell’intero corpus di pubblicazioni quotidiane e settimanali presenti negli Stati Uniti nel 1947, ma che si può stimare a meno del 10% del totale.

Figura 2 – St. Louis Post Dispatch 9 luglio 1947

Come già accennato, le pubblicità legate ai dischi, anche contando gli articoli relativi ad episodi di lanci pubblicitari da aerei di dischi di carta o altri materiali, rappresentano una sorta di eccezione nella sterminata massa di annunci pubblicitari dell’epoca e meno dl 2% del numero complessivo di ritagli del 1947 fin qui raccolto.

E’ opportuno presentare una selezione di questi annunci pubblicitari raggruppati in alcune tematiche.

Ristoranti e cibi

F:\CIELO-INSOLITO-2\1947-07-xx-XXXX-PUBBLICITA.jpg Ristoranti, bar ed esercizi commerciali che offrivano varie tipologie di cibo usarono i dischi per veicolare i loro messaggi pubblicitari sui quotidiani locali, spesso giocando sull’equivoco del termine “saucer”, che indicava il concetto di piatto.

Si andava dalla “steak house” ai gelati, per arrivare, sempre il 10 luglio, ai prezzi “di un altro mondo” in onore dei visitatori celesti per indurli ad aggiungersi alle migliaia di abitanti di Rochester (NY) che potevano approfittare delle fantastiche offerte su carni e salumi vari al Patty’s market. I visitatori celesti erano invitati a parcheggiare i loro “Yo-Yos” volanti sul tetto (Rochester Democrat Chronicle 10 luglio 1947).

Il tema dei marziani e dei visitatori da un altro pianeta fu presente con una frequenza abbastanza elevata nelle pubblicità dell’epoca. Aiutava sicuramente ad aumentare il valore di curiosità e meraviglia del messaggio, sfruttando l’idea della eccezionalità tecnologica e scientifica (quindi del portento e dei risultati o delle qualità incredibili derivanti dall’uso dei prodotti pubblicizzati) del visitatore extraterrestre, ben presente nell’immaginario popolare dell’epoca. L’uso da parte della pubblicità ne è una prova tangibile, al pari della presenza, ampia e abbastanza ricorrente, negli articoli della stampa dell’epoca dedicati ai dischi volanti.

Il termine “dischi volanti” venne utilizzato di solito nei titoli dei messaggi pubblicitari per attirare l’attenzione e con meno frequenza veniva contestualizzato nel messaggio quale parte integrante del medesimo. Apparvero, per esempio, dolci, cocktails e sandwhiches battezzati “flying saucers”, in un’epoca che aveva già visto l’aggettivo “atomic” associato a qualsiasi prodotto di cui si voleva esaltare le eccezionali prestazioni o prodigiose qualità. La storia si ripetè dieci anni dopo con il termine “space”, quando la popolazione era preda dell’entusiasmo per la corsa allo spazio e per le nuove meraviglie tecnologiche ad essa associate.

Figura 3 – The Albany Democrat Herald 15 luglio 1947

Figura 10 – Des Moines Register 9 luglio 1947

Figura 16 – Daily News 15 luglio 1947

Figura 4 – The Graettinger Times 10 luglio 1947

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Figura 17 – Dunkirk Evening Observer 12 luglio 1947

Figura 14 – The Parma Review 10 luglio 1947

Figura 11 – Brookfield Magnet 10 luglio 1947

Figura 18 – The Billings Gazette 11 luglio 1947

Figura 15 – The Logansport Press 11 luglio 1947

Figura 12 – Rochester Democrat Chronicle 10 luglio 1947

In alcuni casi si giocò semplicemente sul contrasto: per esempio l’annuncio di un negozio di alimentari su The Billings Gazette dell’11 luglio contrapponeva a dischi volanti e roteanti una cascata di prezzi in caduta libera.

Figura 19 – The Daily News 15 luglio 1947

Nell’ambito del “food” i gelati, probabilmente anche a causa della stagione estiva, furono tra i prodotti a cui fu dedicato il maggiore numero di pubblicità a base di “dischi volanti”.

Figura 20 – Wilmington News Journal 11 luglio 1947

Motori ed altri prodotti

Auto e moto, ma anche stazioni di servizio e negozi di autoricambi, fino ad arrivare a chi vendeva aspirapolveri, furono l’oggetto di messaggi pubblicitari che avevano nei “flying saucers” l’elemento focale di attrazione. Un quotidiano texano del 20 luglio presentava una grossa pubblicità con l’appariscente titolo “Jack Carter risolve il mistero dei dischi volanti”, con sei piatti volanti che volavano uno dietro l’altro. Carter era il proprietario dell’omonima azienda che vendeva coprimozzi per auto.

Figura 21 – The Amarillo Sunday News Globe 20 luglio 1947

Figura 28 – Portsmouth Times 18 luglio 1947

Figura 25 – Chateaugay Record and Franklin County Democrat 11 luglio 1947

Figura 22 – Daily Courier 10 luglio 1947

Figura 26 – Freeport Journal Standard 14 luglio 1947

Figura 29 – The Hartford Courant 15 luglio 1947

Figura 23 – Lewiston Daily Tribune 10 luglio 1947

Figura 30 – Pottstown Mercuy 23 luglio 1947

Figura 24 – Syracuse Herald Tribune 10 luglio 1947

Figura 27 – Democrat and Chronicle 16 luglio 1947

Figura 31 – Walla Walla Union Bulletin 10 luglio 1947

Figura 34 – Wichita Daily Times 17 luglio 1947

Figura 32 – The Indianapolis Star 11 luglio 1947

Figura 35 – Denton Record Chronicle 17 luglio 1947

Figura 33 – Democrat and Chronicle 15 luglio 1947

Figura 36 – The Troy Times Record 23 luglio 1947

ANNUNCI ECONOMICI

I cosiddetti “annunci economici” che affollavano intere pagine dei quotidiani, stampate con caratteri piccoli e difficili da leggere, erano uno strumento pubblicitario popolare e a basso costo. Purtroppo l’uso di testi di dimensioni ridotte e spesso di bassa qualità ha reso problematico il riconoscimento automatico dei caratteri (OCR), alla base dell’elaborazione delle scansioni delle pagine dei vecchi quotidiani, per permettere ricerche via computer. E’ ragionevole pensare che solo una piccola parte degli annunci economici pubblicati sui quotidiani digitalizzati dell’epoca sia effettivamente raggiungibile con ricerche elettroniche.

Figura 37 – San Diego Union 8 luglio 1947

La maggior parte di tali annunci di solo testo, la cui evidenziazione era rappresentata da un titolo di solito composto dalla dicitura “flying saucers”, era mirata a pubblicizzare immobili od automobili. Per esempio, in un quotidiano dell’Arizona dell’8 luglio si presentava una casa in una zona sub-urbana da cui si potevano vedere i dischi volanti. Davvero un grande valore aggiunto per l’immobile e per i fortunati acquirenti!

Figura 38 – Arizona Republic 8 luglio 1947

In ogni caso il titolo rappresentava la scelta dell’inserzionista per rendere evidente l’annuncio agli occhi di un lettore che doveva districarsi tra decine di messaggi pressochè uguali: in quei giorni i dischi volanti rappresentavano una sorta di magnete capace di catalizzare l’attenzione e la curiosità di moltissime persone. Il tenore dei testi era di solito scherzoso, in modo da veicolare il messaggio pubblicitario in modo ancora più immediato e popolare.

Figura 39 – Daily Boston Globe 9 luglio 1947

Figura 41 – Detroit Free Press 12 luglio 1947

Figura 41a – Abilene Reporter News 13 luglio 1947

Figura 40 – Lincoln evening Journal 11 luglio 1947

Varie

Alcune pubblicità pubblicate dai quotidiani americani nel luglio 1947 erano mirate alla promozione di molti altri prodotti o servizi, inclusi stazioni di servizio, vernici, giocattoli, voli in aeroplano, letti, dischi musicali, cinema, assicurazioni, gioielli, calze, casalinghi, piatti e bicchieri, servizi di energia elettrica, sermoni di reverendi di varie confessioni, prestiti personali, carbone, agenzie pubblicitarie, banche, ottici, immobili.

Come si è detto, solo una parte minoritaria dei quotidiani (e dei settimanali) locali pubblicati negli Stati Uniti nell’estate del 1947 è stata fin’ora controllata. Ciò, al pari degli avvistamenti sul territorio, determina una conoscenza del tutto parziale, quantomeno in termini quantitativi, di quello che fu effettivamente prodotto in relazione ai messaggi pubblicitari. In ogni caso riteniamo che quanto oggi è disponibile rappresenta probabilmente un campione sufficientemente significativo e capace di fare apprezzare, nelle sue linee generali, l’impatto immediato che i dischi volanti ebbero sullo strumento di comunicazione popolare rappresentato dagli annunci pubblicitari.

Una curiosa pubblicità testuale fu pubblicata il 12 luglio per promuovere un gioielliere. In essa veniva descritto, con un breve racconto di fantasia, un vero e proprio incontro ravvicinato, anticipando di qualche anno situazioni che diventeranno tipiche dei casi ufologici più classici. Il testo merita di essere riprodotto:

Figura 42 – Daily Capital Journal 12 luglio 1947

Lo scorso 25 giugno non riuscivo a dormire. Guardai il mio Omega ed erano le tre del mattino; cercai di parlare un po’ con la mia signora, ma lei volveva dormire, quindi mi alzai e pensando che ci fosse qualche problema giù al negozio, scesi. Giusto nel mezzo di Liberty street c’era l’aggeggio più fantastico che abbia mai sperato di vedere, un grande disco rotondo e piatto, di quasi sette metri di circonferenza e forse di poco meno due metri di spessore, con fiamme rosse e blu che uscivano da lato rivolto a nord. Appena misi le chiavi nella porta del negozio il disco si aprì e saltò fuori un uomo gigantesco con addosso un’armatura e che portava due borse di oro. Holly, mi dice,(conosceva il mio nome e tutto) vivo su Marte e ho sentito che hai i diamanti più belli e più grandi del mondo, questo mondo cioè, io sono il tipo più grande su Marte e voglio che mia moglie abbia il diamante migliore e più grande là, per cui mi sono portato questi due sacchi di oro. Dai Holly, devo andarmene da qui prima che qualche pilota mi veda qui e cominci a chiaccherare con la tua piccola buffa gente. Ora puoi raccontare agli amici il tuo business non è solo mondiale ma si estende lontano anche su altri pianeti. Io dirò a tutti i miei amici del tuo posto, probabilmente avrai altre visite.

Un esempio, peraltro raro, di un ampio ed evidente messaggio pubblicitario basato sull’dea dei dischi volanti fu quello pubblicato da un quotidiano del Nuovo Messico, il 14 luglio (sei giorni dopo le prime notizie sul ritrovamento di Roswell, avvenuto nello stesso stato). Una pagina intera fu addirittura dedicata a ben undici inserzionisti riuniti sotto un cappello ben evidenziato ed intitolato “Il mistero dei dischi volanti”. In un paio di tali annunci appariva nuovamente il concetto marziano, negato o proposto, associato all’origine dei dischi.

Figura 49 – The Oakland Tribune 14 luglio 1947

Figura 43 – Long Beach Independent 10 luglio 1947

Figura 7 – Waukesha Daily Freeman 11 luglio 1947

Figura 46 – Los Angeles Times 12 luglio 1947

Figura 44 – The Parma Review 10 luglio 1947

Figura 47 – The Washington Post 13 luglio 1947

Figura 48 – The Pulaski Democrat 17 luglio 1947

Figura 45 – The Post Standard 10 luglio 1947

Figura 50 – Santa Fe New Mexican 14 luglio 1947

Figura 51 – Valley Morning Star 27 luglio 1947

Vennero anche pubblicizzate le proiezioni di cinegiornali che contenevano servizi sui dischi volanti. Per esempio il quotidiano californiano Long Beach Independent del 10 luglio annunciava il servizio sulla caccia ai dischi in tutta la nazione tramite aerei.

Tra le pubblicità più curiose vi furono quelle dei predicatori di alcune confessioni religiose che promuovevano i loro sermoni. Il Los Angeles Times del 12 luglio, per esempio, ne annunciava uno intitolato “Cosa sono i dischi volanti? E’ più tardi di quanto pensiate!”. Lo stesso giorno ne fu pubblicato un altro, di dimensioni maggiori, su The Gastonia Gazette: l’argomento era “Dischi volanti – Che cosa sono?” ed era presentato da nientemeno che … Neil Armstrong, un omonimo del futuro primo uomo sulla luna.

Figura 52 – The Gastonia Gazette 12 luglio 1947

PUBBLICITA’ ANCHE ALL’ESTERO

Un numero esiguo di pubblicità legate ai dischi volanti è stato individuato anche su quotidiani non americani. Tale rarità può essere spiegata sia dalla presenza considerevolmente minore di inserzioni pubblicitarie su tali organi di stampa (dovuto ad un mercato molto diverso ed a altri fattori: basti pensare, per esempio, che in Europa i quotidiani dell’epoca offrivano un numero ridotto o limitatissimo di pagine) che nella scarsa possibilità di controllo sistematico, tuttora esistente, per la maggior parte delle testate europee.

Figura 53 – Evening Telegraph (UK) 10 luglio 1947

In una inserzione pubblicata sul quotidiano inglese Evening Telegraph del 10 luglio il “mistero dei dischi volanti” fu usato per promuovere una catena di negozi. Come già successo in altre occasioni negli Stati Uniti vi era un messaggio introduttivo sull’aspetto vago e misterioso del fenomeno, suggerendo anche la possibilità di un’origine marziana, da contrapporre alla certezza dell’offerta commerciale oggetto della pubblicità.

Figura 55 – Kent Sussex Courier (UK) 1 agosto 1947

Figura 54 – A Noite (Brasile) 21 luglio 1947

Un quotidiano brasiliano illustrò l’inserzione di un’attività locale con un disegno, mentre un altro quotidiano inglese usò i dischi volanti nel titolo di un annuncio pubblicitario della Royal Air Force destinato al reclutamento di nuovo personale.

PIATTI DI CARTA

Negli Stati Uniti l’uso di volantini pubblicitari fatti cadere da aerei era cosa abituale. Durante i giorni della diffusione delle storie di avvistamenti di strane cose nel cielo gli episodi in cui queste piogge di volantini furono scambiati per i famosi dischi volanti, di cui tutti parlavano, furono numerosi. Oggi si fa fatica a credere che episodi banali come il lancio di foglietti di carta da un aereo possano essere stati scambiati per un aggeggi volanti che avrebbero dovuto avere un contenuto tecnologico avanzato. Sorridere e divertirsi all’idea è facile, ma il 1947 è un’epoca profondamente diversa dalla nostra, su cui si sovrappose una forma di forte e morboso desiderio collettivo, che colpì gran parte della popolazione, per essere partecipi di un evento straordinario.

In ogni caso gran parte dei non pochi avvistamenti attribuibili alla caduta di volantini promozionali fu subito spiegato dagli stessi articoli che ne parlarono. Uno dei primi episodi legati a tali lanci da aerei in volo fu riportato nei primissimi giorni dell’era dei dischi volanti: il 28 giugno il direttore di un aeroporto locale riferì che gli avvistamenti avvenuti in alcune parti dell’Oregon erano probabilmente dovuti al rilascio, ad alta quota, di volantini che promuovevano un evento carnevalesco. Il lancio sarebbe avvenuto anche martedì 24, lo stesso giorno dell’avvistamento di Arnold. Il giorno successivo a Lawton, in Oklahoma, uno stormo di oggetti piatti risplendenti ai raggi del sole fu visti verso nord est e contemporaneamente fu sentito il rumore di motori di aerei: gli oggetti erano volantini fatti cadere da un aereo[2]. Molti altri episodi seguirono nei giorni successivi.

Figura 56 – Daily Capital Journal 28 giugno 1947

Già nei primi giorni di luglio qualcuno pensò di sfruttare al meglio il clamore suscitato dai dischi e il forte interesse che la gente, sia che ci credesse o meno, nutriva per l’argomento. Alcuni in vena di scherzi si limitarono a lanciare dei piatti di carta senza insegne particolari. Per esempio il 5 o il 6 luglio a East St. Louis dei dischi svolazzarono sui tetti delle case. Quelli raccolti erano fatti di carta bianca pressata, di poco più di 25 centimetri di diametro e con un foro di circa 5 nel centro[3].

Figura 57 – Chicago Daily Tribune 12 luglio 1947

Altri erano più attenti agli affari e sfruttarono la situazione per la loro attività commerciale. Il proprietario di un ristorante di Miami comprò 100 palloncini colorati e 100 piatti di cartone su cui fece stampare il nome e l’indirizzo del locale. I suoi impiegati gonfiarono i palloncini, vi attaccarono i piatti e li liberarono nel cielo[4]. Il lancio dei piatti fu spesso usato anche per promuovere eventi e manifestazioni: era uno strumento “di moda”, in quel momento, per veicolare la comunicazione. Lo sapevano anche quei burloni che colsero l’occasione per divertirsi sfruttando la facilità con cui molte persone erano emotivamente pronte a meravigliarsi ed a vedere qualcosa di strano in cose relativamente banali. Per esempio, un tale John Schuette, presidente di un’azienda di minuterie metalliche nei pressi di Manitowoc, nel Wisconsin, mise insieme la sua passione aviatoria e quella per gli scherzi. Comprò una certa quantità di dischi di carta e li verniciò, nella sua azienda, con una tinta color metallo, quindi li lanciò dal suo aereo sopra alcune zone residenziali della città. Pochi minuti dopo la stazione di polizia, la stazione radio e gli uffici del quotidiano locale stavano già rispondendo alle chiamate dei cittadini che segnalavano la presenza dei dischi sopra la città, mentre Schuette si stava godendo lo scherzo[5].

In una seconda fase, per evitare fraintendimenti o addirittura allarmi, gli organizzatori dei lanci di questi dischi pubblicitari cominciarono ad avvertire i quotidiani locali, che provvedevano poi ad informare le locali comunità. Fu una mossa abile che permetteva agli inserzionisti di migliorare di molto l’efficacia pubblicitaria dei lanci, che, a quel punto, erano quasi aspettati.

Figura 59 – Abilene Reporter News 9 settembre 1947

Figura 58 – The News Palladium 1 agosto 1947

Figura 61 – Waterloo Daily Courier 10 luglio 1947

Figura 60 – Windsor Daily Star 8 luglio 1947

Figura 63 – The Washington Post 17 luglio 1947

Figura 62 – The Winona Republican Herald 11 luglio 1947

M.V.

  1. Non sono stati trovati dati attendibili sul numero di testate pubblicate nel 1947 negli Stati Uniti. Anni fa il ricercatore Jan Aldrich stimava (non si sa su quali fonti) tale numero in circa 10.000
  2. The Des Moines Register 29 giugno 1947
  3. Greensboro Record 7 luglio 1947
  4. The Circleville Herald 8 luglio 1947
  5. Chicago Daily Tribune 12 luglio 1947

 

(c) Maurizio Verga 2016