The Man from Planet X – 1951

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The Man from planet X” fu film di fantascienza “di serie B” realizzato in estrema economia (41 mila dollari in sei giorni di riprese) nel 1951. Non fu distribuito in Italia.

La pellicola, in grado di ricreare un’atmosfera piuttosto suggestiva, offre molti elementi che si ritrovano spesso in numerosissimi incontri ravvicinati degli anni cinquanta, anche se all’epoca della sua uscita tali episodi erano ancora molto rari.

Messo in lavorazione nel dicembre 1950 (più o meno nello stesso periodo di altri film dello stesso filone e che diventeranno ben più famosi, come “La Cosa da un altro mondo” e “Ultimatum alla Terra”) fu probabilmente il primo lungometraggio dell’epoca a rappresentare l’idea di visitatori extraterrestri atterrati sul pianeta, sfruttando subito l’affascianante interpretazione in tal senso che si era data ai dischi volanti.
The man from Planet X - 1951Tra di essi si possono ricordare:

  • l’oggetto posato al suolo viene notato in una zona isolata, grazie ad un bagliore nella notte nebbiosa, dopo che l’auto della protagonista si  ferma improvvisamente.
  • l’oggetto è di apparenza metallica, ha la forma di una sfera sormontata da una struttura conica e poggia su zampe di atterraggio, ha un oblò trasparente.
  • l’essere indossa una tuta con respiratore dotato di tubo (e manometro!). Impugna una tipica “pistola spaziale”, particolare questo comunque non molto frequente nella casistica degli incontri ravvicinati del terzo tipo.
  • la testa macrocefala dell’essere, coperta da un ampio casco trasparente (situazione molto simile, per esempio, al famoso caso brasiliano Villas Boas del 1957).
  • un condizionamento psicologico (una sorta di ipnosi) nei confronti degli esseri umani.

Alla fine del film vi è anche un “cover-up” da parte del governo brittanico per evitare il panico della popolazione derivante dalla notizia della (fallita) invasione extraterrestre. Un altro tema che verrà fatto proprio da tanti ufologi negli anni successivi, utilizzando come loro principale argomento di attività, svincolandosi così dalla ben più impegnativa attività di ricerca e studio, ed assurgendo al ruolo di paladini nella lotta per la verità nascosta dalle autorità (seguendo il classico filone cospirazionista).
A titolo di curiosità è possibile indicare una certa (ma non completa)  rassomiglianza tra la dinamica del primo incontro presentato nel film e quello raccontato dal testimone del caso di Abbiate Guazzone del 1950, nonchè con parte delle caratteristiche della tuta e, non ultimo, con il particolare della presenza di strumenti all’interno dell’oggetto.

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